mercoledì 3 ottobre 2012

STRADE PARTIGIANE_ Via III Ottobre

STRADE PARTIGIANE non è solo un evento.
Noi di Libero Spazio vogliamo prenderci l'impegno di portare avanti questo grande progetto per proporlo nelle scuole e per continuare a raccontare le storie dei giovani partigiani che hanno donato la vita per la libertà della nostra Ascoli. Troppo spesso queste figure sono dimenticate o peggio ancora ignorate.
Questo non possiamo permetterlo.

Per questo ci impegniamo ad inserire nella sezione STRADE PARTIGIANE le storie dei partigiani, ai quali sono state intitolate vie o piazze della nostra città.
Questa settimana, dopo un periodo di pausa, percorriamo una data, in cui tante vite si sono incrociate...


VIA III OTTOBRE




La giornata del 3 Ottobre rappresenta una data importantissima per la nostra Resistenza, dopo l'armistizio dell'8 Settembre e gli scontri contro i nazisti del 12 alla caserma Vecchi e a quelle di Corso Mazzini e di San Filippo, civili e militari ascolani decidono di organizzare sul Colle un nucleo armato per difendere la città in attesa dell'arrivo degli Alleati.
Un gruppo che si va sempre più espandendo grazie alla spontanea scelta dei cittadini che affluiscono sul Colle, e che costituisce una buona tappa per ex-prigionieri alleati, perlopiù inglesi e slavi, diretti verso il Sud liberato.
Il forte concentramento è sostentato da spedizioni volte all'approvvigionamento di viveri e munizioni nelle caserme della città, favorite dal tacito consenso dei militari, e gode della direzione del comandante Spartaco Perini, eletto tramite votazione.
Il 2 Ottobre il gruppo di San Marco viene avvisato dell'arrivo di reparti tedeschi, aspettandosi una risalita di questi ultimi dalla città, che invece accerchiano la montagna salendo dai paesi, per trovarsi già all'alba del 3 Ottobre a San Marco, cogliendo nel sonno i partigiani.
Verso il Pianoro, in località Le Rocce, dove oggi si trova il monumento dei partigiani, i nazisti trovano la prima resistenza dei ribelli che l'impegna in un accanito combattimento.
I capisaldi coprono la ritirata del grosso dei Partigiani, risalendo i sentieri senza sapere che già l'accerchiamento tedesco è stato compiuto.
Lungo il fosso del Gran Caso ci sono i primi caduti, Francesco Paliotti colpito da una granata di mortaio, poco sopra cadeva Pietro Marucci, e ad un centinaio di metri morivano i fratelli Pierluigi e Vincenzo Biondi, venuti da Foggia per combattere il nazifascismo.
In una casa colonica poco sotto le postazioni dei ribelli muore fucilato dagli oppressori Carlo Grifi a letto perché febbricitante dopo una spedizione notturna.
Mentre alcuni gruppi riescono a passare tra le file tedesche svalicando verso Valle Castellana, alle Vene Rosse continuano gli scontri: Emidio Bartolomei, Marcello Federici e i fratelli Angelini combattono finché, ormai finite le munizioni, vengono catturati intorno alla zona delle Tre Caciare.
L'ultimo scontro si svolge all'altezza della croce di legno, dove Serafino Cellini ha posizionato la sua mitragliatrice e insieme ad altri difende la postazione. 
Il primo a cadere è Narciso Galiè, vicino a lui Alessandro Panichi, Adriano Rigantè, Antonio Cossu e un ex-prigioniero inglese vengono anch'essi uccisi in difesa della loro postazione.
L'ultimo a resistere è Serafino Cellini, che ferito e fingendosi morto apre il fuoco sui tedeschi causando loro numerose perdite prima di morire.
I tedeschi rastrellano fino alla sera il Colle, radunando un centinaio di catturati, alcuni trasferiti al Forte Malatesta, altri portati a Cerqueto, mentre i fratelli Angelini, Dino e Silvio, Emidio Bartolomei, Nino Ciabbattoni, Marcello Federici, Emidio Rozzi e Roberto Paci vengono portati a Pagliericcio, sopra Villa Lempa e crivellati a colpi di mitra dopo essere stati illusi di poter scappare.
La stessa sera del 3 Ottobre, ad Ascoli, mentre sul Colle giovani coraggiosi combattono e muoiono per la libertà, si ricostituisce la locale Federazione fascista e viene esposto il labaro fascista, un atto ingiurioso per il sangue dei 30 giovani, 8 feriti e più di 80 prigionieri italiani e non, deportati in Germania nei campi di lavoro, partigiani della Brigata San Marco, prima formazione di patrioti/partigiani che ha alzato la testa ai soprusi dei nazi-fascisti in Italia.