STRADE PARTIGIANE non è solo un evento.
Noi di Libero Spazio vogliamo prenderci l'impegno di portare avanti questo grande progetto per proporlo nelle scuole e per continuare a raccontare le storie dei giovani partigiani che hanno donato la vita per la libertà della nostra Ascoli. Troppo spesso queste figure sono dimenticate o peggio ancora ignorate.
Questo non possiamo permetterlo.
Per questo ci impegniamo ad inserire nella sezione STRADE PARTIGIANE le storie dei partigiani, ai quali sono state intitolate vie o piazze della nostra città.
Questa settimana, dopo un periodo di pausa, percorriamo una data, in cui tante vite si sono incrociate...
VIA III OTTOBRE
La giornata del 3 Ottobre rappresenta una data importantissima per la nostra Resistenza, dopo l'armistizio dell'8 Settembre e gli scontri contro i nazisti del 12 alla caserma Vecchi e a quelle di Corso Mazzini e di San Filippo, civili e militari ascolani decidono di organizzare sul Colle un
nucleo armato per difendere la città in attesa dell'arrivo degli
Alleati.
Un gruppo che si va sempre più espandendo grazie alla spontanea scelta dei cittadini che affluiscono sul Colle, e che costituisce una buona tappa per ex-prigionieri alleati,
perlopiù inglesi e slavi, diretti verso il Sud liberato.
Il forte concentramento è sostentato da spedizioni volte
all'approvvigionamento di viveri e munizioni nelle caserme della
città, favorite dal tacito consenso dei militari, e gode della direzione del comandante Spartaco Perini, eletto tramite votazione.
Il 2 Ottobre il gruppo di San Marco viene avvisato dell'arrivo di reparti tedeschi, aspettandosi una risalita di questi ultimi dalla città, che invece accerchiano la montagna salendo dai paesi, per trovarsi già all'alba del 3 Ottobre a San Marco, cogliendo nel sonno i partigiani.
Verso il Pianoro, in località Le Rocce, dove oggi si trova il monumento dei
partigiani, i nazisti trovano la prima resistenza dei ribelli che l'impegna in
un accanito combattimento.
I capisaldi coprono la ritirata del
grosso dei Partigiani, risalendo i sentieri senza sapere che già
l'accerchiamento tedesco è stato compiuto.
Lungo il fosso del Gran Caso ci sono i
primi caduti, Francesco Paliotti colpito da una granata di mortaio,
poco sopra cadeva Pietro Marucci, e ad un centinaio di metri morivano
i fratelli Pierluigi e Vincenzo Biondi, venuti da Foggia per
combattere il nazifascismo.
In una casa colonica poco sotto le
postazioni dei ribelli muore fucilato dagli oppressori Carlo Grifi a
letto perché febbricitante dopo una spedizione notturna.
Mentre alcuni gruppi riescono a passare
tra le file tedesche svalicando verso Valle Castellana, alle Vene
Rosse continuano gli scontri: Emidio Bartolomei, Marcello Federici e
i fratelli Angelini combattono finché, ormai finite le munizioni,
vengono catturati intorno alla zona delle Tre Caciare.
L'ultimo scontro si svolge all'altezza
della croce di legno, dove Serafino Cellini ha posizionato la sua
mitragliatrice e insieme ad altri difende la postazione.
Il primo a
cadere è Narciso Galiè, vicino a lui Alessandro Panichi, Adriano
Rigantè, Antonio Cossu e un ex-prigioniero inglese vengono anch'essi
uccisi in difesa della loro postazione.
L'ultimo a resistere è Serafino
Cellini, che ferito e fingendosi morto apre il fuoco sui tedeschi
causando loro numerose perdite prima di morire.
I tedeschi rastrellano fino alla sera
il Colle, radunando un centinaio di catturati, alcuni trasferiti al
Forte Malatesta, altri portati a Cerqueto, mentre i fratelli Angelini, Dino e Silvio, Emidio
Bartolomei, Nino Ciabbattoni, Marcello Federici, Emidio Rozzi e
Roberto Paci vengono portati a Pagliericcio, sopra Villa Lempa e
crivellati a colpi di mitra dopo essere stati illusi di poter
scappare.
La stessa sera del 3 Ottobre, ad
Ascoli, mentre sul Colle giovani coraggiosi combattono e muoiono per
la libertà, si ricostituisce la locale Federazione fascista e viene
esposto il labaro fascista, un atto ingiurioso per il sangue dei 30 giovani, 8 feriti e più di 80 prigionieri italiani
e non, deportati in Germania nei campi di lavoro, partigiani della Brigata San Marco, prima
formazione di patrioti/partigiani che ha alzato la testa ai soprusi
dei nazi-fascisti in Italia.
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