STRADE PARTIGIANE non è solo un evento.
Noi di Libero Spazio
vogliamo prenderci l'impegno di portare avanti questo grande progetto
per proporlo nelle scuole e per continuare a raccontare le storie dei
giovani partigiani che hanno donato la vita per la libertà della nostra
Ascoli. Troppo spesso queste figure sono dimenticate o peggio
ancora ignorate.
Questo non possiamo permetterlo.
Per questo,
settimanalmente, inseriremo nella sezione STRADE PARTIGIANE la storia di un
partigiano, al quale è stata intitolata una via o una piazza ascolana.
Questa settimana percorriamo la vi(t)a di...
CARLO GRIFI
Nato a Recanati nel 1923.
Studente universitario al secondo anno
di medicina, risiedeva ad Ascoli dall'età di dieci anni e abitava
nella rua che oggi porta il suo nome, prima chiamata dell'Aquila.
Dopo l'8 Settembre 1943 si era
rifugiato, come tanti altri giovani, nella zona di Meschia, frazione
di Roccafluvione (AP), dove dava un valido aiuto al parroco del luogo
nella cura di malati e feriti, per lo più militari sbandati e
alleati prigionieri fuggiti dai campi, nonostante gli studi non
ancora terminati e la poca esperienza in campo medico.
Rientrato ad Ascoli era stato
incaricato di recapitare messaggi alle bande sul Colle San Marco, ed
era con queste rimasto.
La sera del 2 Ottobre viene fatto
rifugiare in una casa di contadini sul Colle, sia per ragioni di
sicurezza, vista l'estrazione politica della sua famiglia, essendo figlio,
difatti, di un gerarca fascista, sia soprattutto perchè
febbricitante, avendo fatto un servizio di perlustrazione sotto una
gelida pioggia torrenziale. La mattina del 3 Ottobre, durante il
rastrellamento del Colle San Marco, i tedeschi perquisiscono le
stanze dell'abitazione e, trovando accanto al Grifi la divisa
militare imprudentemente lasciata sulla sedia della camera da letto,
lo freddarono, nonostante disarmato, a poco valsero le sue
implorazioni e spiegazioni. Prima di andarsene, i tedeschi diedero
fuoco alla casa.
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